Nuovi Sguardi

fotografia di Martina Simonato

La storia delle campagne fotografiche commissionate espressamente col fine di documentare il territorio o i monumenti è antica quasi quanto la storia della fotografia stessa. È il 1851 infatti, appena 25 anni dopo che Joseph Nicéphore Niépce ha impresso sul bitume di giudea la veduta dalla sua finestra di Le Gras, che lo scrittore e archeologo Prosper Mérimée, investito in Francia nel 1834 della carica di Ispettore Generale dei Monumenti Storici, ne intuisce lo straordinario potenziale di documentazione dell’esistente, lanciando una campagna fotografica, nota con il nome di “Mission héliographique”, con lo scopo di censire i monumenti francesi in vista del loro restauro.

In Italia le prime campagne fotografiche risalgono ai primi anni del Novecento e furono spesso legate a scopi documentari e di promozione del patrimonio culturale e paesaggistico del paese, anche se già in precedenza alcuni soggetti, come i Fratelli Alinari, avevano intrapreso importanti opere di documentazione del patrimonio artistico con fini commerciali, intuendo il valore dell'immagine fotografica per una allora ancora embrionale industria turistica. Per il suo carattere prettamente documentario possiamo ricordare la Campagna Fotografica del Touring Club Italiano (TCI), avviata nel 1899 per documentare le bellezze paesaggistiche, storiche e artistiche dell'Italia. Per una prima campagna di rilevamento fotografico promossa in Italia direttamente da un ente pubblico, dobbiamo attendere gli anni ‘30 del novecento, quando con la Campagna Fotografica della Direzione Generale per le Antichità e le Belle Arti il governo italiano commissionò una serie di fotografie per documentare i siti archeologici, i monumenti storici e le opere d'arte di valore nazionale.

Paolo Monti, censimento fotografico del centro storico di Modena, 1973
fotografia di Paolo Monti, 1973

Per quanto riguarda la città di Modena, la fotografia come strumento di descrizione del paesaggio e delle trasformazioni urbane ha un ruolo importante fino dal convegno del 1979  'La fotografia come bene culturale', nell'ambito del quale emerge sia l'importanza del mezzo fotografico in sè come prodotto culturale, che il valore del suo utilizzo a fini documentari e di formazione di conoscenza. L'amministrazione comunale modenese ha una storia consolidata di committenza pubblica per la conduzione di indagini fotografiche sulla città, a partire dalla campagna di rilevamento condotta da Paolo Monti sul centro storico nel 1973, portando, in collaborazione con l'Istituto Beni Culturali dell'Emilia-Romagna, autori come Gabriele Basilico a puntare l'obiettivo sul paesaggio urbano di Modena, o commissionando a Cesare Leonardi una imponente campagna di documentazione del Duomo, condotta in occasione del restauro negli anni '80 del secolo scorso.

Cesare Leonardi, 1985

In tempi più recenti il ruolo di committente dell'amministrazione pubblica si è rinnovato grazie a un bando di concorso dell'Ufficio Ricerche e Documentazione sulla Storia Urbana del Comune di Modena, e ha permesso ad una selezione di autori emergenti come Davide Baldrati, Gianluca Bertoncelli, Francesca Bologn, Sara Cavallini e Chiara Dazi di documentare le aree artigianali ed industriali della città.

fotografia di Barbara Rossi

Il progetto Sguardi Civici si inserisce in questa tradizione consolidata di committenza pubblica di campagne fotografiche, scommettendo sulla modernità e l'attualità del mezzo fotografico come strumento per la descrizione puntuale e immediata dell'esistente e per la creazione di nuova conoscenza e consapevolezza sulla città anche nel nuovo secolo.

La sezione Nuovi Sguardi si inaugura quindi con una open call di fotografia urbana per la realizzazione di piccole campagne fotografiche alla scala del quartiere promossa dal Comune di Modena nell’ambito di Sguardi civici, e puntata per la prima edizione sul quartiere San Faustino.

fotografia di Chiara Fossati

Tre giovani fotografe, Chiara Fossati, Martina Simonato e Barbara Rossi, sono le vincitrici per il 2024. I loro lavori sono ospitati sulla piattaforma, identificati dal pallino di colore azzurro , e presentati in una installazione open air e nella hall della casa editrice Franco Cosimo Panini nell’ambito della mostra organizzata al Direzionale 70, visitabile fino al 18 gennaio 2025.